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05/10/2005

Esplode il mercato della musica digitale
    
La vendita di musica online è in pieno boom, le case discografiche esultano. L'indice di riferimento è triplicato rispetto al 2004. Il P2P, peraltro, non fa che crescere.

Londra - Musica digitale a tutto volume - quello delle vendite, si intende. Le ultime rilevazioni effettuate dalla International Federation of the Phonographic Industry rassicurano i giganti discografici, ossessionati dall'incubo della pirateria multimediale: "Il mercato è in pieno boom", dichiara il CEO di IFPI, John Kennedy.

Il giro d'affari online è triplicato rispetto al 2004 ed ammonta al 6% del commercio globale di musica. Il merito va tutto alla diffusione della connettività a banda larga ed anche agli sviluppi nella vendita di brani e suonerie direttamente sui cellulari 3G.

Ma il vero motore della crescita è l'abbassamento dei prezzi per l'acquisto di lettori MP3 portatili. La popolarità virale di iPod et similia, specialmente nelle fasce di popolazione più giovani, ha causato una flessione generale nella vendita della musica in formato tradizionale: il Giappone registra il calo più evidente, pari al 9,2% rispetto alla scorsa stagione.

Il fatturato globale dell'industria discografica, dominato dalle "quattro grandi" -Sony BMG, Universal, EMI e Warner- ammonta circa a 11 miliardi di euro annui. La performance di questo importante settore produttivo, che dà lavoro a milioni di persone in tutto il mondo, dimostra d'avere incassato i colpi della crisi energetica e dei consumi: il calo rispetto al 2004 è un lieve 2%.

La classifica dei mercati più floridi, dove vengono venduti più prodotti musicali, è capeggiata da Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, seguiti a breve distanza dalla Francia. Risultato a sorpresa per il Messico: il paese centroamericano registra un incremento da record, pari al 44%. Maglia nera per l'Italia: le vendite sono colate a picco del 12,3%.

Un dato che fa da spia per ribadire i problemi del mercato italiano: i consumatori lamentano prezzi troppo alti mentre l'industria locale piange il capro espiatorio della pirateria diffusa. Peggio di noi soltanto Spagna, Olanda e Svezia, dove le perdite ammontano al 20,3%.

I portavoce di IFPI esultano: "I nostri sforzi sono stati premiati, soprattutto dai risultati delle dispute legali contro i sistemi P2P abusivi". In realtà, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, nonostante iniziative internazionali contro il file sharing, non ci sono indizi di alcun rallentamento nella crescita del peer-to-peer.
     
Approfondimenti: http://www.ifpi.com/
  

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