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27/06/2005

Compie oggi 70 anni Terry Riley
    
Compie oggi 70 anni Terry Riley, padre fondatore del minimalismo che ha celebrato la ricorrenza in anticipo esibendosi - affiancato da discepoli quali John Zorn e Zakir Hussain - tre settimane fa nel campus dell'Università di Berkeley, dove si era diplomato in composizione nel 1961.

Nonostante la sua figura troneggi nel panorama musicale del Novecento, Riley ha in apparenza rilievo accademico inferiore rispetto a epigoni come Steve Reich e Philip Glass. Dipende verosimilmente dalla sua natura da outsider: prerogativa che se da un lato lo ha penalizzato in termini di visibilità, d'altra parte gli ha consentito di creare musica in condizioni di assoluta libertà intellettuale. E che si tratti di un personaggio dotato di straordinarie capacità intuitive è dimostrato da alcuni passaggi della sua biografia artistica.

Come quando, nei primissimi anni Sessanta, dopo aver fatto gavetta nei piano bar californiani e nel sottobosco teatrale europeo, divenne protagonista di bizzarri happening nottambuli durante i quali suonava ininterrottamente l'harmonium dalle 10 di sera all'alba. O quando invece, ispirato dalle ricerche sonore compiute da LaMonte Young, suo compagno di corso a Berkeley, e facendo base al Tape Music Center di San Francisco, cominciò a trafficare coi nastri magnetici e gli effetti di ritardo - delay - che si potevano ottenere manipolandoli.

Fu così che prese forma la struttura stratificata tipica della sua prima composizione destinata a fare scuola, In C (titolo derivato dalla persistente pulsazione in Do del pianoforte che ne guida lo svolgimento) del 1964. Di cinque anni più giovane è invece quella che lo ha reso celebre anche fuori dai circuiti della musica colta, A Rainbow In A Curved Air: sorta di ipnotico raga elettronico che una volta edito su disco nel 1971 influenzò in modo decisivo la nascente scuola tedesca dei "corrieri cosmici" (dai Tangerine Dream in giù). E che di lì in avanti Riley fosse icona venerata anche in ambito rock è certificato dall'album realizzato in coppia con John Cale, Church Of Anthrax (ancora 1971), e dal brano Baba O' Riley che gli Who gli dedicarono in Who's Next.

Frattanto l'ascendente esercitato su di lui dalla musica indiana - e in particolare dal maestro Pandit Pran Nath, di cui fu per qualche tempo allievo - diveniva sempre più evidente. A testimoniarlo è l'opera forse più compiuta realizzata in gioventù, Persian Surgery Dervishes: esemplare esercizio di equilibrio fra improvvisazione e disciplina compiuto in solitudine nei primissimi anni Settanta e immortalato nel doppio disco omonimo, registrato durante due distinte esibizioni dal vivo.

Ma non di sole tastiere è fatto il mondo musicale di Terry Riley: ricordiamo l'originalissimo impiego del sassofono in Poppy Nogoods And The Phantom Band (1968) e le 13 partiture per quartetto d'archi realizzate insieme a David Harrington, violinista del Kronos Quartet, Salome Dances For Peace su tutte. In epoca recente, poi, notevoli sono la piece per "coro, immagini e suoni spaziali" Sun Rings, commissionatagli dalla Nasa, e il monumentale ciclo in 24 episodi The Book Of Abbeyozzud, ancora incompiuto.

Di sé Terry dice: "Alla fin fine, quello che ho fatto è stato introdurre nella musica occidentale il concetto di ripetizione come elemento fondante di composizioni basate esclusivamente sulla reiterazione di pattern musicali e prive di melodia". Non poca cosa...
     
Approfondimenti: http://www.terryriley.com/
  

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