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18/05/2004

DL Urbani: lettera aperta firmata da numerosi professori universitari
    
"- in Italia cosa rischia uno che tortura?
- ..Se è una tortura e via, poco.. Se ha anche scaricato musica da Internet, quattro anni"
Sergio Staino (Bobo e figlia, maggio 2004)

Ci sono nomi come quelli di Alberto Bertoni, Danilo Bruschi, Goffredo Haus, Piero Mussio, Alberto Borghese insieme a molti altri autorevoli esponenti della classe docente universitaria italiana nella lista in continua espansione dei firmatari di una lettera aperta con cui si chiede la revisione sostanziale del decreto legge Urbani su Internet.

La lettera, firmata da professori di Scienze dell'informazione e della comunicazione e di Tecnologie dell'Informazione, apparsa sui forum della rete civica milanese, è rivolta non solo al ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani ma anche a quello all'Innovazione, Lucio Stanca, nonché ai presidenti dei due rami del Parlamento.

Sotto il titolo È questa la Società dell'Informazione che vogliamo costruire?, i docenti avvertono che "se un ragazzo scarica dalla rete attraverso un sistema di file sharing e quindi condividendolo con altri un film in violazione del diritto d'autore rischia una pena pari a quella del pedofilo che detiene materiale pornografico minorile (fino a tre anni di detenzione)!"

"Internet - spiegano i docenti ai ministri - è "nata" nelle Università, in Italia come nel resto del mondo: l'abbiamo sviluppata, usata e fatta conoscere al mondo come uno straordinario strumento di comunicazione e di avvicinamento delle persone, di raccolta e diffusione della conoscenza, l'abbiamo pensata alla portata di tutti. Internet è diventata strumento di sviluppo economico e miglioramento delle pratiche di governo.
Come docenti universitari che hanno contribuito a questo sviluppo sentiamo il dovere morale di denunciare la possibile prossima approvazione, nell'ordinamento giuridico italiano, di una legge che tradisce quella visione di prosperità e progresso".

"(...) Comportamenti illeciti - prosegue poi la lettera - non possono venire a lungo tollerati (quando ciò serve ad espandere alcuni settori di mercato quale quello della larga banda) e poi perseguiti con inusitata e sproporzionata rapidità (nella forma di decreto legge) e severità (quando ciò non serve più, o quando intervengono altre lobby a difendere proprie posizioni di mercato) (...)".

"Alla luce di questi principi - concludono i docenti - riteniamo necessario sollecitare la radicale modifica del Decreto Urbani, e la predisposizione di un testo di legge attraverso la più ampia partecipazione di tutti coloro che hanno dovere e diritto di contribuire alla costruzione della Società dell'Informazione".
     
Approfondimenti: http://blogs.it/0100206/2004/05/17.html#a2912
  

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