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23/07/2003

Michael Jackson contro la RIAA
    
Una delle più note divinità dell'olimpo della musica contemporanea, Michael Jackson, è uscita dal suo tradizionale riserbo per affermare di essere senza parole dinanzi alle ultime idee che circolano nel Congresso americano per reprimere il file sharing musicale. Con la sua voce sottile, la celeberrima popstar ha dichiarato di essere "senza parole all'idea di mettere in galera gli appassionati di musica per aver scaricato musica. È sbagliato scaricarla illegalmente ma la risposta non può essere il carcere". Come si ricorderà, cinque parlamentari americani nei giorni scorsi hanno presentato una proposta shock ("Authors, Consumer and Computer Owners Protection and Security Act") che oltre a prevedere fino a cinque anni di carcere per chi condivide anche un solo brano protetto da diritto d'autore, vuole imporre fino a 250mila euro di sanzione per ogni violazione. Michael Jackson, e con lui probabilmente un certo numero di artisti, sembra temere che l'eccessiva pesantezza della repressione possa scatenare un risentimento diffuso presso gli appassionati, che con i loro acquisti tengono in piedi l'intera industria discografica. Secondo Jacko, dunque, si deve ancora trovare la giusta via e occorre che consumatori e major si siedano attorno ad un tavolo per capire come procedere. "Qui in America - ha solfeggiato - creiamo nuove opportunità dalle avversità, non leggi punitive. Dovremmo guardare alle nuove tecnologie, come il negozio musicale online di Apple, come possibili soluzioni. In questo modo l'innovazione continuerà a contraddistinguere l'America. Sono i fan che determinano il successo del music business; vorrei che questo non venisse dimenticato". Eppure sono tanti coloro che ritengono che proprio questo sia stato dimenticato. Dalla Electronic Frontier Foundation ad altre iniziative spontanee che in diversi stati americani stanno iniziando a far rumore via internet, la protesta dei fan sembra destinata a crescere. Per l'1 e 2 agosto il sito Boycott RIAA ha proclamato due giornate di mobilitazione. Una situazione scatenata da iniziative controverse, come la decisione dei discografici della RIAA di richiedere ai provider un migliaio di nomi di loro utenti internet per poterli denunciare...
     
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