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14/05/2003

La maledizione Napster su Bertelsmann: ora la cita anche Universal
    
Non lo avesse già fatto abbastanza in passato (basta ricordare certe dichiarazioni pubbliche dei suoi dirigenti), lo stato maggiore di Bertelsmann avrebbe nuovi motivi per imprecare contro le scelte di gestione dei suoi predecessori, capeggiati da Thomas Middelhoff. Sotto l'egida dell'ambizioso manager tedesco, la società aveva inseguito a lungo il sogno di cavalcare il successo di Napster, finanziando l'allora nemico numero uno dell'industria musicale con l'obiettivo di prenderne in mano il controllo (le cose, come è noto, sono poi andate diversamente): visione spregiudicata tramutatosi successivamente in incubo, dato che a cicli ricorrenti la “relazione pericolosa” ritorna a galla nelle cronache giudiziarie, trascinando Bertelsmann sul banco degli accusati nelle vertenze che ancora infuriano intorno al cadavere del sito di file sharing. Stavolta è la major numero uno al mondo, Universal Music, a prendersela direttamente con il concorrente tedesco, accusandolo davanti ad un tribunale di New York di corresponsabilità con il defunto servizio P2P: per avere contribuito a violare i suoi copyright (tramite l'appoggio finanziario concesso a Napster e la volontà di non “spegnere” il servizio, una volta che ne ebbe facoltà) e avere esercitato nei suoi confronti un atto di concorrenza sleale. Secondo i legali della major, che si è unita ad una battaglia già lanciata dai maggiori editori musicali (vedi News), Bertelsmann non era un semplice investitore “passivo” in Napster, ma ne divenne il controllore di fatto: traendo benefici economici dell'operazione, sostiene un comunicato stampa emesso dalla casa discografica, alle spese di Universal e dei suoi artisti (l'azione di risarcimento, che chiede 150 mila dollari per ogni brano di catalogo scambiato illegalmente, non cita mai la casa discografica del gruppo, BMG, unitasi alle altre major nella richiesta di danni al sito americano). Il tono delle dichiarazioni ufficiali, basato sul rinvenimento nel corso del procedimento processuale di documenti riservati scambiati dai membri della task force tedesca che si prese cura dell'operazione, è pesante: Universal accusa Bertelsmann di comportamento “grossolano, selvaggio, fraudolento e moralmente riprovevole”. E non sembra disposta a venire a patti con un rivale che potrebbe diventare sempre più scomodo, se le voci di una possibile fusione tra BMG e Warner (vedi News) hanno un fondamento di verità.
     
Approfondimenti: http://www.rockol.it/
  

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