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11/02/2003

Le major imbollinano la musica
    
Tutti i brani venduti legalmente online potranno essere dotati di bollino standard per tenere traccia dell'andamento del business. In un momento in cui la condivisione illegale è ai massimi storici Si chiama GRid lo strumento con cui i grandi produttori e distributori di musica sperano di poter tenere traccia delle vendite di brani via internet e, quindi, delle tendenze e dei volumi di questo ramo di business. Il GRid (Global Release Identifier) si pone come una sorta di bollino da infilare nel codice dei brani diffusi legalmente online, un dispositivo capace di trasmettere i propri dati ai server delle aziende che accettano di adottarlo. Si tratta infatti di uno strumento del tutto volontario per i distributori di musica in internet. Secondo l'industria, tenere traccia delle vendite in modo così analitico è essenziale per capire come sviluppare questo business e come contrastare la concorrenza, per così dire, dei sistemi di condivisione della musica peer-to-peer. Sistemi che secondo tutte le rilevazioni, oggi conoscono il loro momento di massima espansione in tutto il mondo. Il distributore interessato ad usare il GRid, per godere dei benefici delle analisi collegate, dovrà pagare una "una tantum" (250 dollari circa) per poter imbollinare tutti i propri brani in distribuzione. Conseguenza dell'uso di questo sistema sarà anche rendere più semplice alle case discografiche pagare il dovuto agli artisti autori dei brani venduti. Il GRid è uno standard sviluppato nel corso di alcuni anni dai discografici della IFPI e della RIAA. Ora i responsabili si affrettano a spiegare che con questo sistema di identificazione non vi sarebbe alcuna ipotesi di "tracciamento" dei brani musicali che online vengono diffusi con altri sistemi o condivisi attraverso le reti peer-to-peer. Una rassicurazione che non è detto convinca tutti.
     
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